La perdita di una poesia da parte del padre
La morte arriva a risuonare come una scarpa senza piede, un vestito senza uomo, riesce a bussare come un anello senza pietra né dito, riesce a gridare senza bocca, né lingua, né gola. Ma poiché la morte è muraglia, dolore, ostinazione violenta, Che tu mi copra di insulti, di pedate, di baci, di abbandoni, che tu mi lasci e poi ritorni senza un perché o senza variare di senso nel largo delle mie ginocchia, a me non importa perché tu mi fai vivere, perché mi ripari da quel gorgo di inaudita dolcezza, da quel miele tumefatto e impreciso che è la morte di ogni poeta.
O uomo!

Vile per natura, nobile sol di nome, ogni animale ti mette alla vergogna. Esso fu innalzato per segnare il luogo ove tutto quel che di un amico resta riposa in pace; un sol ne conobbi: e qui si giace.

I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla. Per tutti la morte ha uno sguardo.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti.

Se ascolto, sento i tuoi passi esistere come io esisto. La terra è fatta di cielo.

Non ha nido la menzogna. Tutto è verità e passaggio. Ti potrebbe interessare.
